Vice presidente nazionale ACEC,
appassionata cultrice del mondo del cinema

"Stasera avrete la possibilità di andare molto oltre, è vero
che il cinema può essere evasione, ma può anche essere
una evasione importante, una evasione che
ci fa comprendere un altrove ..."

Cinema e Misericordia - Arianna Prevedello - diocesi di Padova

 

 

Arianna introduce il senso della sua attività, e quello della serata assieme a noi: "Misericordia e cinema"

 

 

 

Arianna racconta come in un film c'è il "profumo" della persona che l'ha pensato

 

 

 

Buona sera a tutti voi, e via auguro prima di tutto buone vacanze … sono giorni di ricarica, che avviene in tanti modi, anche attraverso quello culturale spirituale, perché poi durante l’anno i ritmi sono sempre frenetici e a volte non è così facile riuscire a dedicarsi dei momenti di tregua per fissare contenuti che ci diano spazio per andare oltre. Siamo sempre molto terreni – è inevitabile non esserlo – e gli impegni sono anche fagocitanti.

Stasera avrete la possibilità di andare molto oltre perché il cinema, è vero che è evasione, però può essere anche una evasione importante, un’evasione che ci fa percepire un altrove dove noi riusciamo anche a comprendere meglio noi stessi, e a comprendere le istanze degli altri, che molte volte rimangono un mistero per noi, no? Gli altri sono quelli che ci mettono più in discussione, sono quelli che tante volte non capiamo, anche se sono quelli più intimi, o anche a volte le persone lontane che arrivano da noi per chiedere aiuto.

Non vogliamo essere moralisti stasera, e dire delle belle parole a tutti i costi perché ci occupiamo di misericordia. Vogliamo soprattutto provare a fare un lavoro su noi stessi, perché le emergenze di questo mondo sono tantissime, e ormai non abbiamo neppure più il coraggio di ascoltarle, perché ci tolgono fiato, ci creano angoscia. Però dobbiamo ritrovare, invece, il gusto di poterci occupare di noi stessi e degli altri senza avere paura che questo ci possa rovinare la vita, o addirittura perderla. Abbiamo visto che è facile anche perderla in questo momento. Tutto questo ci può togliere le forze del bene, le forze della misericordia.

 

 

 

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Il cinema lo vedo anche come un invito, e questo invito l’ho preso a prestito dal vangelo, è quella frase molto bella che troviamo in Giovanni “vieni e vedi”. Per me il cinema è proprio questa possibilità, e allora vi vorrei leggere queste pochissime righe “in altre parole, nelle dinamiche pastorali – sono quelle di cui si occupano i nostri preti, le attività che vi possono proporre – un’opera cinematografica, che gioca bene le sue carte in termini estetici e tematici, può assumere le sembianze di Filippo, che in viaggio con Gesù verso la Galilea disse a Natanaele “vieni e vedi”. Fossero anche pochi gli spettatori che consapevolmente si chiedono se da Nazareth può venire qualcosa di buono, comunque il film a cui stanno concedendo fiducia, l’invito a seguire e a conoscere una storia, instaura con loro una relazione empatica, non priva di analogie con l’intimità tipica confidente della preghiera e della liturgia”.

Allora non esagero quando dico che il cinema ha delle potenzialità incredibili. Infatti – tante volte – me lo dicevano anche i partecipanti a questo corso all’Abbazia la scorsa settimana, mi dicevano “mi sento che sono andato da un’altra parte, durante il film”. Quell’andare da un’altra parte, quell’altrove è quello che saremmo chiamati a vivere anche attraverso la liturgia, attraverso la preghiera, solo che – appunto – è difficile, perché è difficile avere tutta questa grande frequentazione, è difficile pregare bene, è difficile abbandonarsi.

Il cinema ha questa capacità forte. Allora mi piace da morire pensare che questo crocifisso stasera ci possa anche in qualche modo proteggere in questo tipo di esperienza, perché non vogliamo rendere meno sacra la basilica mostrando cinema qua dentro, ma anzi vogliamo – vedete proprio quelle braccine che sono state aggiunte … questa vostra tradizione, che proprio gli abitanti di Sestri ci restituiscono, è comunque qualcosa che è venuto dal mare, ed è venuto un po’ rotto …

Quante volta nella vita ci sentiamo rotti, ci sentiamo disturbati, ci sentiamo di aver perso dei pezzi importanti della nostra vita, è come se ci avessero amputato qualcosa, no? È un modo simbolico che uso per raccontare che stasera magari vedremo dei personaggi che sono rotti, e che sono rottami come questo crocifisso, e che hanno tanto bisogno di misericordia, noi stessi qua dentro potremmo essere qualcuno di questi. Allora con questa prospettiva iniziamo a vedere il primissimo film. Preferisco presentarvelo dopo che avete visto questo pezzetto.

Adesso mi piace lasciarvi liberi da qualsiasi condizionamento, ok?

 

 

 

Still Life

 

 

 

John May è un solitario funzionario comunale, il cui lavoro consiste nel rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in totale solitudine. May svolge il suo lavoro con estrema meticolosità e conduce una vita tranquilla e ordinaria, fatta di ossessivi riti quotidiani. Quando gli affidano il caso di Billy Stoke, un alcolizzato morto in solitudine a pochi passi da casa sua, inizia a raccogliere indizi sulla sua vita e a cercare le persone a cui era legato. Ma a causa della crisi economica gli comunicano che il suo ufficio sta per essere ridimensionato e che sarà licenziato. John May non si abbatte e convince il capo a concedergli qualche giorno per portare a termine il suo ultimo caso. Durante le ricerche conosce Kelly, la figlia di Billy Stoke abbandonata durante l'infanzia ...

John May ha modo di riassaporare la vita. Non durerà molto e anche lui morirà in totale solitudine ...

 

 

 

Still Life

 

 

 

Still Life

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Il ragazzo con la bicicletta

 

Cyril ha quasi 12 anni e cerca disperatamente di ritrovare il padre che invece lo ha abbandonato, lasciandolo temporaneamente in un centro di accoglienza per l'infanzia. Durante una sua fuga incontra Samantha, una donna che ha un negozio di parrucchiera, la quale, qualche giorno dopo, gli riporta la sua bicicletta che il padre aveva venduto per necessità di denaro. Cyril le chiede se desidera ospitarlo durante i fine settimana e Samantha accetta.

 

 

Il ragazzo con la bicicletta

 

 

 

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Il padre - costretto da Samantha - dice finalmente di persona al figlio che non ha intenzione di occuparsi di lui e che non vuole più vederlo. Lei e il ragazzo risalgono in auto, ma Cyril inizia a sbattere il capo contro la portiera, a graffiarsi, a farsi male. Con fatica Samantha lo calma, lui piange, ma ora poggia il capo sul suo grembo, che dona affetto ...

la musica sottolinea che per Cyril inizia una vita nuova, non più assillata dal fantasma di ritrovare il padre.

 

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