Le cinque perle della Riforma Paolo Ricca - teologo valdese cercare col cursore una posizione prossima ai minuti scelti - aggiustare finemente con frecce destra/sinistra
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Ringraziamenti - 0:00 01:25 libera sintesi di Giampiero Barbieri - redattore E' bello essere in una chiesa, alla presenza della comunità di base, la cellula, l'elemento principe della grande chiesa oggi. E' il luogo che personalmente preferisco. Che cosa ha significato allora la Riforma ? Siamo nel '500, la società è uscita dal Medioevo, siamo nell'Umanesimo. Prima al centro c'era Dio, ora c'è l'uomo, e Dio è un satellite. La Riforma è andata controcorrente, riportando Dio al centro, è stata un movimento religioso. Del resto Lutero era un monaco eremita agostiniano, un asceta. Il suo è un discorso nella chiesa, per la chiesa, non contro. E' la "passione" per Dio, questo mistero, che lo muove. E' stata una "passione" per Dio cercato nella Bibbia. E' stato cattedratico - un biblista - col compito di approfondire, commentare la Bibbia. Lutero ha fatto una "full immersion" nell'approfondimento della sacra scrittura. Cosa scopre Lutero ? Il Dio che in quel tempo veniva predicato dalla chiesa non corrispondeva al Dio che risulta dalla pagine della Bibbia La chiesa predicava in quel tempo la grazia di Dio come condizionata "io ti perdono a patto che tu fai questo e quest'altro". Il perdono è come sospeso, finché tu non hai fatto le opere di penitenza, le opere meritorie. 1) Lutero scopre nella Bibbia che la grazia di Dio è incondizionata - 01:25 - 23:00 Dio dice "ti perdono, non chiedo nulla, punto", sarà tua responsabilità vedere cosa fare di questo perdono nella tua vita. Non è "do ut des", la grazia di Dio è incondizionata, immeritata. La chiesa predicava la grazia, ma vendeva le indulgenze, era un vero mercimonio, una cosa impressionante. La Riforma voleva portare nella predicazione il Dio della Bibbia. 2) Con una frase ad effetto: "il laico è un sacerdote" - 23:00 - 27:11 Il battesimo è una vera e propria ordinazione sacerdotale, quella che l'apostolo Pietro chiama "sacerdozio universale" dei credenti (lo afferma anche la Lumen Gentium, che parla di "sacerdozio comune" dei credenti). Col battesimo siamo integrati nel sacerdozio di Cristo, re, sacerdote e profeta. Dio dice - attraverso Isaia - "voi siete un popolo di sacerdoti", parlando del popolo ebraico.
3) Il cristiano è un uomo libero - 27:11 - 41:38 Tradizionalmente si diceva "un cristiano è un uomo obbediente". Lo dicono anche i voti dei monaci "povertà, castità, obbedienza".
Lutero, partendo dalla Bibbia, dice: "Il cristiano è un libero signore, sopra ogni cosa, non sottoposto a nessuno. Un cristiano è un servo zelante in ogni cosa ed è sottoposto ad ognuno". L'unione di due mondi da sempre antagonisti, il "libero" e lo "schiavo", figure ben note nel mondo greco e in quello romano. Oggi i nomi sono diversi, ma questa realtà è molto presente. Non sono due mondi giustapposti "io sono libero, tu schiavo, siamo nati così...", NO ! "io sono libero, perché tu sei schiavo". Senza la tua schiavitù, non potrei essere libero. La mia libertà scaturisce dalla tua condizione inferiore. Quanta verità... tutti ne siamo consapevoli oggi.
Gesù è esattamente il Signore-Servo. Scrive Lutero: "... da quello che precede segue che il cristiano non è uno che vive in se stesso, ma in Cristo e nel prossimo. In Cristo per la fede, nel prossimo per amore. Per la fede sale sopra di sé a Dio, per amore discende sotto di sé nel prossimo". Ecco, questa è la libertà cristiana. Una teologia codificata da San Paolo.
Questa parola magica "libertà" è stata incisa, scolpita, nella coscienza dell'Occidente. Per essa tante rivoluzioni, sanguinose, di cui noi tutti siamo figli: la rivoluzione inglese nel '600 (la libertà del Parlamento), la rivoluzione americana e francese nel '700 (la libertà del cittadino), la rivoluzione d'ottobre nel '900 (la libertà del lavoratore), la rivoluzione delle donne, la prima non violenta, non armata (la libertà della donna), è tutt'ora in corso in tutto il globo. Questa la declinazione storica, concreta, di quella "libertà" che Lutero ha scolpito.
4) Primato della coscienza - 41:38 - 48:54 Lutero è scomunicato da papa Leone X nel gennaio 1521. Una scomunica implica anche problemi politici, perciò il monaco è convocato alla Dieta (cioè quello che oggi sarebbe il Parlamento) indetta dall'imperatore Carlo V. Appurato che quanto pubblicato fosse di suo pugno, gli viene intimato "Ritratta tutto ciò che hai scritto". Lutero ha un giorno per decidere, e l'indomani così risponde "Fintanto che la mia coscienza è prigioniera della Parola di Dio, io non posso e non voglio ritrattare, perché è pericoloso per la salvezza fare qualche cosa contro la propria coscienza. Iddio mi aiuti, amen.". Lutero dunque non ha obbedito, ha messo la coscienza - in questo caso la sua - sopra l'Imperatore, sopra l'Istituzione, qualunque essa sia, laica o religiosa.
Don Milani, nel processo che gli intentarono i colleghi - cappellani militari - perché lui difendeva un obiettore di coscienza (allora c'era la reclusione questo), ha difeso quella posizione, pronunciando una frase rimasta celebre "L'obbedienza non è più una virtù". Ha rifatto, dopo 450 anni, quanto fece a suo tempo Lutero. La Gaudium et Spes include belle affermazioni sul primato della coscienza.
5) Il lavoro come atto di culto - 48:54 - 53:51 Scrive Lutero: "Il contadino che zappa il suo campo, la massaia che tiene in ordine la casa e educa i figli, il calzolaio che fabbrica le scarpe, compiono lo stesso atto di culto a Dio del sacerdote che consacra l'ostia". Cioè la santificazione del lavoro, anche di quello di chi non contava niente. Lutero fa quello che 1.000 anni prima aveva fatto Benedetto da Norcia mettendo nella sua regola il motto "Ora et labora". Cioè il lavoro come un altro modo di pregare. Questo era stato perso dal Medioevo, che era diviso in tre classi "oratores, bellatores, laboratores" (chi prega, chi combatte, chi lavora). Quelli che pregano lassù, quelli che lavorano quaggiù. Ma questo non è Benedetto, per lui "ora et labora" erano inscindibili, erano in una stessa persona, due realtà sullo stesso piano.
Lutero riprende Benedetto, che proponeva ciò nel convento, mentre la Riforma abolisce i conventi. "Ora et labora" nella tua città, dove vivi, la città diventa il tuo convento. Questo talora è denominato come "ascesi intramondana", una ascesi realizzata nella storia del mondo, non più nel chiuso di un convento. Un pensiero di grande impatto nel XVI secolo, ma anche successivamente. Forse uno dei tanti parametri che hanno condizonato il dove della rivoluzione industriale.
Differenze tra il XVI secolo e oggi - 53:51 - 1:05:21 a) Nel XXI secolo la scienza ci dice che non siamo più centro dell'universo Questo provoca un decentramento interiore, un ribaltamento delle gerarchie. La sicurezza, la convenienza di dominare la natura è messa in dubbio. Il riscaldamento globale ci suggerisce di moderare il nostro impatto, pena conseguenze gravissime, forse alla lunga l'estinzione. Papa Francesco ha scritto la "Laudato si' ".
b) Nel XVI secolo nessuno pensava che Dio potesse non esistere Se qualcuno lo avesse affermato, lo stato lo avrebbe condannato a morte, come successe nella Ginevra calvinista a Michele Serveto, che semplicemente rifiutava la Trinità. Oggi - almeno nell'Occidente - la realtà è invertita. La mosca bianca è il cristiano credente, non per nulla l'Europa è il continente più secolarizzato. Ci sono più cristiani in Africa che da noi.
c) Nel XVI secolo il Cristianesimo era pensato come l'unica verità, tutto il resto era Paganesimo Da qui la grande epopea missionaria (con luci e molte ombre). Oggi non è più così. Ogni credo ha la sua dignità e una parte di verità, di valore aggiunto.
d) Nel XVI secolo nonostante l'Umanesimo, tutto era sbilanciato verso l'aldilà Tutti si chiedevano "sarò salvato ?". Avete l'impressione che oggi sia questa la domanda? Ci preoccupiamo più della salute che della salvezza. La nostra visione è sbilanciata verso l'aldiqua. Anche nella predicazione non si parla più della vita futura, ma di quella presente.
Un mondo totalmente diverso da quello di Lutero.
Cosa potrebbe voler dire Riforma oggi - 1:05:21 - 1:24:07 a) Una riscoperta della "passione per Dio", che oggi appare così pallida Oggi tendiamo a impegnarci molto verso i bisognosi, gli ultimi, gli extracomunitari ... il rischio concreto è quello di perdere di vista l'amore per Dio, in quanto Dio. La Bibbia dice "Ama il Signore Dio tuo, ama il prossimo tuo come te stesso", il secondo comando è un corollario, privo di senso senza il primo, l'unico comandamento, che va recuperato.
b) Una più completa riformulazione del Credo Nel nostro credo - che Lutero non ha toccato - non compare la parola "amore", questo è inaccettabile. Nel Credo si dice "nacque da Maria Vergine, morì sotto Ponzio Pilato", e in mezzo? La vita di Gesù è altrettanto importante della sua morte e resurrezione. Gesù ci salva anche attraverso la sua vita, la sua umanità. Specialmente oggi questo è necessario, un'epoca la nostra di disumanità. Nel Credo ci vuole un sintetico ritratto della umanità di Cristo.
c) Una formulazione di "nuovi decaloghi" - [ da armonizzare col primato della coscienza - n.d.r. ] La realtà di oggi pone problemi impensabili nel passato, anche recente. I nuovi decaloghi dovrebbe spaziare ai problemi della fine della vita, alle nuove realtà sociali, a molto altro.
d) La riforma del XXI secolo si chiama Ecumenismo Solo dopo la morte di Lutero si formano le chiese separate. Lui aveva sempre implorato "chiametevi cristiani". Per lui la Chiesa era una sola.
Si è sempre giocato sulla polarità Chiesa-Mondo, e da qui i conflitti. Ma Gesù, che pure ha convocato una chiesa fatta di disceopli (e non solo i 12), non l'ha mai predicata. Ha sempre predicato il Regno di Dio. La soluzione è dunque passare alla triade Chiesa-Mondo-Regno di Dio, dove i primi due entrambi si muovono verso il Regno, così gli orizzonti si allargano. Non saranno solo i cristiani a tendere al Regno, ma molti altri ancora. Dovrà essere una tensione di tutti, quindi ecumenica.
E la questione del Vescovo di Roma ? * La Riforma ha escluso il papato come ministero cristiano
Faccio una digressione mia personale sul papato. Un excursus storico per dire che questa istituzione ha avuto grandi meriti. Si inizia dalla realtà dell'Impero Romano: è diverso da tutti gli altri, perché ha divinizzato il capo in modo da fare unità, ma ha permesso la convivenza delle realtà locali. Quando Paolo scrive alla chiesa di Roma, scrive in greco, non in latino. Moltissime iscrizioni nella catacombe sono in greco. Perché non c'era omologazione. E' stato nel vero senso della parola un Impero Ecumenico. Mao voleva tutti con la stessa divisa, così Hitler, così Mussolini.
Con l'eredità di Costantino la Chiesa subentra all'Imperatore, e adotta quel sogno di Ecumenismo. Per fare unità ci vuole naturalmente un capo assoluto, cosa meglio che omologarlo come successore di Pietro? E la realtà è variegata, si va dalle sensibilità orientali a quelle più vicine a noi. Non parliamo forse di "Chiesa cattolica, apostolica, romana?". Solo a Roma poteva proseguire quel sogno. La grande novità è che il papato non ha bisogno di truppe. Questa è una grande novità. I papi di allora erano corrotti? Con altri stili la nostra civltà oggi non è tanto diversa.
Mi preme parlare di papa Francesco, perché regna come se il Vaticano I non ci fosse stato. Il futuro della chiesa è che il papato muoia, per poi risorgere con modalità nuove. Sempre nell'ottica dell'Ecumenismo, perché questa è la vera linea guida per il futuro.
* E i sacramenti ?
Sul Battesimo l'accordo è totale. Il rito cattolico fa solo un cenno sfuggente alla cancellazione del peccato originale, che era un punto di diversità. Posizioni diverse si hanno sulla prassi del battesimi dei bambini. Lutero era a favore.
Sull'Eucaristia la situazione è più variegata. Per Lutero nell'Eucaristia c'è il corpo di Cristo. In modo diverso pensano altre confessioni. La differenza che ancora c'è sta nel ministero: per i cattolici ci vuole un prete, uno ordinato da un vescovo, per noi il sottoscritto potrebbe celebrare l'Eucaristia assieme al vostro parroco.
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