Convertitevi e credete - Mc 1,12-15

La natura ci stupisce con il suo ordine e la sua varietà - molti intravvedono in questo Dio

Siamo così abituati al panorama che si può vedere affacciandoci sul mare che lambisce la nostra città, da non meravigliarci più di fronte alla bellezza della natura che ci circonda. Ci sono persone che vivono nel caos delle grandi città, con l’orizzonte sempre nascosto da grigi palazzi e l’aria irrespirabile per lo smog, che non vedono l’ora di venire nella nostra città, anche solo per poco tempo, a godere del sole e del mare. Se seguissimo uno dei turisti che arrivano a visitare il nostro territorio, potremmo vedere sul suo volto l’espressione di meraviglia quando, sbucando dal vicolo, improvvisamente si offre al suo sguardo lo spettacolo della baia di Portobello. Una simile esperienza potremmo farla seguendolo alla sera sulla passeggiata, mentre il cielo si arrossa per il tramonto, o in un pomeriggio, mentre sale ai ruderi di Sant’Anna o s’inerpica per il sentiero di Punta Manara. Pensiamo anche all’esperienza di chi ha mezzi e competenze per osservare con il microscopio la vita di una cellula, o i movimenti delle galassie, o la perfetta sincronia che fa vivere le varie membra del corpo umano.

La natura è un grande libro di fronte al quale molti vedono nell’armonia, nella bellezza, nella logica delle sue leggi, le tracce di Dio Creatore. La natura è il grande libro dove possiamo trovare le tracce che ci aiutano a riconoscere l’esistenza e l’azione di Dio. La natura ci presenta nello stesso tempo, anche l’altra faccia della medaglia: il suo volto oscuro e terribile che ci fa dubitare dell’esistenza di un Creatore Buono e Provvido. Pensiamo ai grandi eventi catastrofici dei terremoti, delle alluvioni, della siccità o comunque alla malattia, all’handicap, fatti che fanno nascere dentro di noi la grande domanda: “Perché?”.

Il vangelo di oggi

Marco 1,12-15 :

« E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». ».

L'Antico Testamento, e quel suo Dio vendicativo ... la narrazione rispecchia la sensibilità dell'agiografo ... comunque - sempre - Lui si pente e promuove la vita

Nella prima lettura abbiamo ascoltato l’antico racconto del diluvio: attraverso un linguaggio figurato e simbolico, la narrazione offre una riflessione su come leggere il disegno di Dio nelle manifestazioni più drammatiche della forza della natura. Il racconto ci presenta un percorso nel quale la manifestazione tragica della natura è letta inizialmente come espressione della volontà vendicativa di Dio, che attraverso il dolore castiga il peccatore. Nel corso del racconto c’è però un’evoluzione del modo di pensare l’azione di Dio: raccontando che Dio si pente di ciò che ha fatto, in realtà si dice che non viene mai meno la sua volontà salvifica. L’arcobaleno che sembra idealmente legare in un abbraccio colorato la terra e il cielo, diventa per il narratore segno della volontà di Dio, il quale rimane fedele all’atto creatore come atto datore di vita. A volte gli uomini possono leggere la natura come segno di un Dio nemico dell’uomo, più forte invece è la possibilità di vedere in essa la volontà di un Dio alleato dell’uomo. Proprio dalla scelta di credere nella prima o nell’altra immagine di Dio deriverà un atteggiamento rassegnato e disfattista oppure attivo e responsabile. La creazione non è totalmente compiuta, ma è affidata alle mani dell’uomo, perché come Noè possa costruire quell’arca che serve a salvaguardare la vita.

Lo sguardo: lì sta la grande differenza

Nel racconto diventa decisivo il modo con cui l’uomo pensa a Dio, poiché ci vuole invitare alla prima e fondamentale conversione: occorre passare dal pensare a Dio come nemico degli uomini, al riconoscere che Egli è invece il Padre che ama gli uomini.

Deserto: assenza di stimoli, per meglio leggere il profondo - questo è la preghiera

Gesù, all’inizio della sua missione vive un tempo nel deserto. Ora il deserto è, secondo il libro dell’Esodo, quello spazio di solitudine e di silenzio nel quale aprirsi all’incontro con Dio. Anche Gesù, che ha voluto condividere il cammino dell’uomo, si trova ad affrontare le fondamentali scelte della vita. La scelta fondamentale di fronte alla fede è se credere o non credere in Dio, ma anche qual è l’immagine vera di Dio, cioè: in quale Dio credere? Gli altri vangeli rendono maggiormente comprensibile la scelta di Gesù, di riconoscere Dio come Padre e di far dipendere dal Suo amore tutta la vita. Di questo Dio, Gesù diventa annunciatore e testimone per tutti. Il tempo di Quaresima che abbiamo iniziato è ancora una volta un tempo che ci è dato per riconoscere il vero volto di Dio.

il Parroco