Fu elevato in cielo - Mc 16,15-21

Col cielo stellato siamo al cospetto del mistero

Il cielo ci colpisce per la sua vastità, e per quanto lo guardiamo con i più potenti mezzi di osservazione, ci appare senza confini, ci inquieta per la sua impenetrabilità; solo nei tempi moderni, attraverso avanzati mezzi tecnici e le recenti esplorazioni spaziali, abbiamo potuto incominciare a svelarne il mistero. Quando pensiamo a Dio, l’Essere più grande di noi, il solo che può spiegare l’esistenza dell’universo, lo associamo immediatamente al cielo come il luogo della sua dimora. Molti popoli hanno immaginato che la dimora divina fosse in alto vicina al cielo. Anche nella Sacra Scrittura Dio chiede ad Abramo, Mosè e Elia di salire sul monte per fare esperienza della sua presenza.

Il fatto che attraverso la liturgia di oggi proclamiamo, ripete e rende più esplicito ciò che già abbiamo affermato in occasione della Pasqua e cioè: con la risurrezione Gesù non è ritornato a vivere la vita umana che conduceva prima di morire, ma la resurrezione è nello stesso tempo la sua glorificazione, cioè l’inizio di una vita in pienezza, un’esistenza che è partecipazione al modo di essere di Dio.

Il vangelo di oggi

Marco 16,15-21

« In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. ».

Ciò che è davvero sorprendente è che l’affermazione della salita al cielo non riguarda solo Gesù in quanto figlio di Dio disceso sulla terra, ma riguarda anche Gesù come uomo reale in tutto uguale a noi.

Il "ben-essere" del credere, non un attimo, ma un percorso quotidiano, anche di pace interiore

L’ascensione è l’esito di tutto il percorso della vita di Gesù. Possiamo infatti descrivere la vita di Gesù come un cammino di ascensione, un’esistenza nella quale si è progressivamente manifestata la sua identità divina. Prendiamo come esempio la profondità e la bellezza delle parabole e del loro insegnamento morale: possiamo pensare alla bontà di Gesù che si è chinato su molti malati, ha accolto i peccatori: a tutti ha manifestato misericordia e perdono. Parliamo di un cammino perché la relazione con Dio si è messa in luce in modo progressivo, anche in rapporto con le circostanze che Gesù ha dovuto affrontare. Quando Gesù si è trovato ad affrontare la violenza e la morte che gli interessi concomitanti del potere politico e religioso hanno deciso per Lui, ha portato a pienezza la sua vita, totalmente conforme alla volontà di Dio. Come dice bene la lettera agli Ebrei: “Pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì.” Sulla croce, Egli ha vissuto il compimento della sua ascensione consegnandosi totalmente all’amore del Padre, per cui ha potuto dire: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. La resurrezione e la salita al cielo sono il sigillo messo dal Padre a questo cammino di ascensione.

Non solo ciò che aumenta il "Pil" fa benessere, ci sono realtà "immateriali" che hanno un peso fondamentale per una buona vita, piena, serena, appagante

Ascendere, è l’anelito presente nell’animo di tutte le persone: restiamo ammirati per le imprese degli alpinisti, perché rappresentano lo sforzo della persona per superare i propri limiti ed elevarsi sopra una vita mediocre. Nella nostra società sono esaltati i percorsi di uomini che sono saliti in alto, elevati sopra gli altri perché affermati nel campo del successo sportivo, economico, saliti alla ribalta della televisione, posti in un ruolo di potere. Oggi, i mezzi che abbiamo a disposizione costruiscono facili piedistalli dove porre in alto figure non sempre portatrici di vite particolarmente esemplari. Gesù è segno di una diversa e alternativa ascensione: con la sua vita offre una testimonianza per ogni uomo chiamato a far emergere sempre di più la presenza di Dio che lo abita.

Quando leggiamo il Vangelo e conosciamo Gesù, lo Spirito Santo ci fa scoprire che nella sua via si sono realizzati i desideri più profondi e autentici che custodiamo nel cuore, fino a farci dire: “Vorrei essere come Lui.” Scopriamo così la chiamata a una nostra personale ascensione. È percorso di ascensione quello della mente assetata di verità, di chi nella riflessione personale, nell’ascolto di un maestro, apre la mente alla luce della conoscenza, alla scoperta del senso delle cose. È percorso di ascensione quello di chi sa coltivare lo stupore di fronte ad ogni frammento di bellezza. È percorso di ascensione quello di chi sa ascoltare la voce dell’anima che lo muove alla compassione per chi è ferito dalla durezza della vita. È percorso di ascensione quello di chi sa entrare nel segreto del cuore e li sostare nel silenzio, di fronte alla Parola. È percorso di ascensione quello di chi sa oltrepassare il recinto dell’egoismo per aprirsi a un gesto di altruismo e gratuità. Gesù affida a noi il compito di essere oggi, i testimoni di questi percorsi.

il Parroco