Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo   Mt 28,16-20

Molti ammirano la figura di Gesù e ne apprezzano la sua dirittura morale, cioè la sua coerenza per cui non si è lasciato condizionare dalla ricerca del successo e neppure si è impaurito di fronte alla minaccia dei potenti. Altri sono affascinati dalla sua proposta sociale, dal fatto che si sia schierato dalla parte dei poveri e abbia rimproverato con parole durissime il comportamento dei ricchi. Se ci dovessimo chiedere come Gesù intendeva la sua missione o quale scopo sapeva di dover compiere nella vita, risponderemmo che il senso della sua vita è stato un dare testimonianza a Dio.

La Parola di oggi

Matteo 28,16-20

« In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.

Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». ».

Con la festa di oggi affermiamo che al centro dell’opera di Gesù, al cuore della sua missione c’è l’offerta di un cammino per incontrare Dio e aprire la strada all’incontro con Lui. Quando Gesù manda i suoi discepoli a Battezzare, non dice soltanto di andare a compiere per gli uomini il rito del Battesimo, ma vuol dire di andare in mezzo agli uomini per offrire, attraverso la testimonianza della vita, la possibilità di incontrare, riconoscere e accogliere la presenza di Dio. Padre, Figlio e Spirito Santo sono le tre presenze nelle quali Dio si è manifestato, tre presenze unite insieme dalla forza dell’amore, tanto da essere un unico Dio.

La festa di oggi, invitandoci a sostare per riconoscere che attraverso Gesù abbiamo incontrato la presenza di Dio, ci pone anche una grande domanda: “Come mai oggi tante persone affrontano la vita senza sentire alcun bisogno di Dio?” “Come potremmo parlare di Dio ai colleghi di lavoro, ai nostri vicini di casa, o ai nostri figli, che dopo il catechismo non vogliono partecipare alla vita della parrocchia?”

Dalla fede riceviamo la luce che permette di riconoscere il valore di ogni persona. Tutti chiedono di poter essere riconosciuti nella loro dignità. È difficile affrontare il compito della vita giornaliera pensando di essere soltanto un grumo di materia che, come meteora, è destinata a sparire nel nulla. La fede ci dice che ogni persona è resa partecipe della dignità di figlio di Dio, è dunque una creatura che vale per se stessa, un valore non diminuito da nessuna circostanza esteriore.

Dalla fede nella presenza di Dio nasce quella visione della persona come “essere spirituale”, non riducibile alla sua dimensione materiale e corporea. Chiamato a realizzarsi attraverso l’apertura alla relazione con Dio, l’uomo non esaurisce l’orizzonte della vita con il soddisfacimento dei suoi bisogni materiali. Nella fede si trova la ragione della rappresentazione dell’uomo come un pellegrino sempre alla ricerca di una nuova méta. La ricerca della conoscenza, la capacità di sostare con incanto di fronte alla bellezza, sono esperienze che avvicinano a quella possibilità che solo alcuni raggiungono, di stare cioè nella preghiera, alla presenza di Dio.

Dalla fede nasce la responsabilità di avere un rapporto nuovo con l’ambiente nel quale siamo chiamati a vivere. Noi non siamo padroni delle risorse che ci sono date dalla natura, le abbiamo in consegna per custodirle, facendo in modo che attraverso la loro grandezza splenda la luce del Creatore. Proprio perché sentiamo che l‘aria, il mare, la campagna, le fonti di energia e tanto altro ancora, ci sono dati da Dio, sentiamo anche il compito di tutelare e consegnare questi beni perché servano ancora a chi verrà dopo di noi.

Dal credere in Dio che come Padre è la sorgente della vita di tutti gli uomini, nasce uno sguardo nuovo su ogni altro uomo o donna che vive nel mondo: poiché generato dal Padre di tutti, ha per noi il nome di fratello. Dalla fede nasce l’esigenza di costruire un progetto di società nel quale il bene cercato per il singolo corrisponda anche al bene di ogni altra persona che ci vive accanto.

Dov’è dunque oggi la difficoltà a comunicare la fede? Perché tante persone non sentono il desiderio di cercare la presenza di Dio? Forse perché noi credenti non siamo buoni testimoni di una fede così, di una fede che rende più bella la vita.

il Parroco