« Che sarà mai questo bambino? »   Lc 1, 57-66. 80

La storiografia ci aiuta a meglio capire chi era il Battista

Subito interrompiamo il percorso appena ripreso del tempo ordinario per lasciare spazio alla celebrazione della festa della nascita di Giovanni Battista, e le letture parlano di questo avvenimento. A volte, delle scoperte archeologiche aiutano a comprendere avvenimenti che già conosciamo dalla storia del passato; importantissima è stata la scoperta dell’esistenza di una comunità di ebrei chiamati Esseni, fatta nel 1947 a Qumran, sul Mar Morto, e della loro biblioteca. Da questa scoperta abbiamo conosciuto meglio il clima spirituale diffuso tra gli ebrei al tempo di Gesù. Gli Esseni, pensando che fosse ormai imminente il giudizio di Dio sul mondo, si erano ritirati in quella località per vivere in modo più puro la loro fede, preparandosi all’arrivo del giudizio finale. Essi vivevano in fraternità e praticavano l’uso di bagni rituali come segno di purificazione. Se andate a Qumran, potrete vedere un filmato di presentazione del sito che dà per certo che Giovanni Battista fosse un membro di quella comunità e ne esprimesse il messaggio spirituale. Non possiamo essere certi di questa affermazione, però dobbiamo riconoscere delle analogie tra le parole di Giovanni Battista e quanto abbiamo potuto conoscere sugli Esseni ritirati a Qumran.

La Parola di oggi

Luca 1, 57-66. 80

« Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».

Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.

Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. ».

Emblema del suo tempo, si fa in disparte, deve avanzare Gesù

Giovanni Battista è stato una figura straordinaria del suo tempo, uno dei rappresentanti di quelle istanze di rinnovamento spirituale diffuse. Annunciando che in quel tempo era ormai prossimo il giudizio finale di Dio, Giovanni richiamava l’esigenza di un radicale cambiamento di vita. Giuseppe Flavio, uno storico ebreo che scrive per l’imperatore Vespasiano un resoconto sulla Guerra Giudaica, dedica alcune pagine a descrivere la figura di Giovanni Battista raccontando la sua morte a causa di Erode, e nel resoconto storico questa figura risulta essere più rilevante di Gesù.

I vangeli parlano di Giovanni Battista come del precursore, uno che prepara e introduce la missione di Gesù. Proprio dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù inizia una sua missione portando un messaggio che lo distingue dal Battista. La figura di Giovanni secondo il Vangelo è funzionale a Gesù, egli è una freccia puntata sul Messia che distoglie ogni attenzione da sé per rinviare tutta l’attenzione a Gesù: “Egli deve crescere e io invece diminuire”, questa frase riassume la sua missione come a dire: “se grande è stato Giovanni, quanto più grande è Gesù, del quale è stato il precursore”.

Una nascita tutta particolare

Proprio per presentare la straordinaria figura di Giovanni Battista, il vangelo mette in risalto i fatti eccezionali che hanno accompagnato la sua nascita, evidenziando che per lui si realizzano nuovamente quei segni che hanno accompagnato la nascita dei personaggi importanti dell’Antico Testamento. Nasce da genitori anziani come Isacco, nasce da genitori ritenuti ormai incapaci di generare come Sansone o Samuele, gli è dato un nome per una indicazione divina come Abramo o Giacobbe. Attraverso il confronto con la nascita degli antichi patriarchi, l’autore sacro vuole aiutare il lettore a guardare a Giovanni Battista riconoscendo che è investito di una vocazione e di una missione profetica. In questa presentazione ha un significato particolare la consegna del nome, gli ebrei hanno grande considerazione del nome di una persona, perché esso non è un semplice appellativo anagrafico, ma l’espressione della identità e della missione della persona.

il Parroco