Nel deserto   Lc 3, 1-6

Nella scorsa domenica la parola di Dio ci ha fatto un invito a guardare ai fatti della storia di ieri e anche di oggi, sapendo vedere che proprio attraverso quei fatti si era manifestata la presenza di Dio e il suo amore. Oggi il vangelo ci offre i criteri per riconoscere l’azione di Dio. Leggiamo dal vangelo di Luca l’inizio della vita pubblica di Gesù, quando comincia la sua missione profetica sulla scia di Giovanni Battista. Il racconto dell’evangelista presenta prima, come un grande affresco, lo scenario storico e politico di quel tempo. Luca fa l’elenco degli uomini più potenti del momento: a Roma domina l'imperatore romano, suoi emissari sono i vari governatori tra i quali Ponzio Pilato; in altri territori ci sono tetrarchi che governano sotto la tutela dei romani; un potere è anche quello dei sommi sacerdoti che governano il tempio. Presentando una panoramica sui potenti del mondo il vangelo ci vuol dire che gli avvenimenti che si appresta a narrare sono avvenimenti storici realmente accaduti in quel preciso momento della storia del mondo. Collocando la vita di Gesù tra i grandi personaggi della storia vuol dire che se anche la storia non si è accorta di Lui, (ci si renderà conto di Gesù soltanto quando i cristiani diventeranno così numerosi da essere un problema per l’impero) la sua vicenda ha una portata storica fondamentale, decisiva per il senso e il destino del mondo.


+ Dal Vangelo secondo Luca

« Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». »

Nella lettura del vangelo, colpisce che dopo aver elencato i vari personaggi all’apice del potere in quel momento, non si menzioni nessuno di loro come protagonista, ma si sposti immediatamente l’attenzione per fissarla nel deserto di Giuda su un uomo: Giovanni Battista, con il quale tutto ha inizio. Si palesa l’intenzione di dire che l’azione di Dio non si manifesta in chi è al vertice del potere, non passa dai palazzi dei grandi della terra, ma dal deserto, e da un uomo che nel deserto si è messo in ascolto di Dio. Questo sembra rivelare un metodo: Dio agisce scegliendo sempre vie diverse rispetto a quelle che sceglierebbero gli uomini; anche nel mondo di oggi l’azione di Dio non passa dai palazzi, dove abitano i potenti continuamente nominati nei nostri telegiornali.

Da un giornale che propone un viaggio leggo: “ Secondo un detto tuareg: « Dio creò il deserto affinché gli uomini possano conoscere la loro anima » ”. E in effetti, un viaggio nel deserto non lascia indifferenti. Gli spazi sconfinati, i luoghi solitari e il silenzio tutto attorno, costringono a vivere il tempo presente, a liberare la mente e anche, a concentrarsi di più su se stessi. Per questo, prima ancora che un viaggio, è un'esperienza, in cui a beneficiarne davvero è “l'anima”.

Il tema del deserto è uno dei temi importanti della liturgia di questa domenica. Il deserto è nella storia della Sacra Scrittura il luogo proprio dell’incontro con Dio. Il deserto è lo spazio della solitudine e del silenzio, il deserto è il luogo dove non contano le apparenze, il deserto è il luogo della spogliazione di sé per trattenere solo ciò che è essenziale, il deserto è il luogo dove si può ascoltare la voce del cuore, dove si può stare a contatto con la propria interiorità. Il deserto è il luogo dell’incontro con Dio.

« Credo quia absurdum » - se il vangelo non fosse paradosso, che verità darebbe credere ?

Per essere costruttori della storia di Dio occorre sottrarsi ai condizionamenti di una società nella quale, per essere all’altezza si deve corrispondere a determinati canoni. Solo chi è capace di stare nel deserto può vedere e generare un cambiamento nel mondo, perché sa portare un punto di vista alternativo, il punto di vista di Dio. È la misteriosa e mai revocata scelta di Dio: fare storia con chi non ha storia, scegliere la via della periferia, entrare nel mondo dal punto più basso, da dove l'uomo soffre. Facendo queste scelte, ciascuno di noi può diventare voce di una Parola, di una sillaba di Dio.

il Parroco