Amate i vostri nemici   Lc 6, 27-38

Del discorso programmatico di Gesù, che in San Matteo si dilunga per ben tre capitoli, Luca riporta la parte essenziale che nel suo vangelo sta tutta in un capitolo. Il messaggio di Gesù lo conosciamo: è quello che identifica lo stile di vita cristiana, è l’insegnamento nuovo rispetto alla legge dell’Antico Testamento, è ciò che diversifica il cristianesimo dagli altri cammini spirituali, è il messaggio che è diventato lo slogan dei cristiani “Porgi l’altra guancia”.


+ Dal Vangelo secondo Luca

« In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.
A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». »

Di fronte a questa parola di Gesù sentiamo un moto di rigetto. Riconosciamo che i comportamenti proposti contrastano radicalmente con le spinte della nostra sensibilità, con ciò che ordinariamente viviamo.

Se una persona ci ferisce, subito pensiamo di restituirle pan per focaccia o comunque di chiudere la nostra relazione. Anche nell’incontro di catechesi che abbiamo fatto lunedì scorso su questo vangelo, avevamo tanti motivi per contestare le parole di Gesù. “Amare i nemici” è una proposta talmente difficile che concludiamo: “Come fa Gesù a chiederci questo?”. Se sempre queste parole sono state considerate un’esagerazione, lo sono particolarmente nel clima culturale del nostro tempo; ne sono un esempio “il decreto sicurezza” dell’attuale governo e il desiderio di armarsi per la legittima difesa, proposte che hanno ricevuto una timida reazione dei cristiani.

La domanda più importante è questa: “Come può Gesù chiederci questo?”. “Possiamo trovare nelle parole di Gesù le argomentazioni che giustificano una proposta così esigente?”. Se infatti, ritrovassimo la logica sulla quale Gesù fonda un tale modo di vivere, non sarebbe per questo più facile attuarlo, ma avremmo delle ragioni per provarci.

Trovo la risposta a queste domande nelle parole di Gesù: “Affinché siate figli del Padre” che hanno anche un’eco nella frase conclusiva: “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Sono queste le parole più importanti, quelle su cui porre l’attenzione, quelle da cui deriva il messaggio spirituale di questa domenica.

« E chi può essere salvato? » ... si dicevano i discepoli ... Gesù disse loro « Impossibile agli uomini, ma non a Dio ! »

Gesù sposta l’attenzione dal mio ragionare se è giusto o ingiusto, se ce la faccio o no, a Dio: su come è fatto Dio, su come Lui agisce.

Se accettiamo questo capovolgimento del punto di vista e mettiamo al centro Dio, dobbiamo come conseguenza condividere il suo modo di agire perché siamo fatti a sua immagine. Quando uno ama accetta il punto di vista dell’altro e lo fa proprio, se Dio è oggetto del nostro amore, dobbiamo immedesimarci in Lui ed amare come lui ama. Come potremmo stare in relazione con Dio che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi se poi avessimo sentimenti di disprezzo e di esclusione? C’è poi una ragione ben più stringente: quando ti rivolgi a Dio, quando ti metti a pregare, non pensi che puoi fare questo perché Lui è per te uno che ama senza puntare il dito contro i tuoi peccati? Non ti dà fiducia nell’andare alla presenza di Dio il sapere che sarai accolto anche se hai coscienza di aver tradito il suo amore con i peccati? Ci vuole del bel coraggio a ricevere da Dio un amore totale infinito e smisurato e poi invece essere verso gli altri piccini, rancorosi e pieni di rabbia.

Gesù aggiunge: siate perfetti come è perfetto il Padre vostro! Capisco che sarebbe una pretesa impossibile se toccasse a noi di rassomigliare a Dio, invece la questione è di accorgerci che Dio è già dentro di noi come la parte più vera di noi. Allora tutta la proposta di Gesù non è la pretesa di un amore impossibile, ma semplicemente la proposta di vivere la verità dell’amore che ci ha generato e che ogni momento nuovamente ci genera.

il Parroco