Cristo è davvero risorto!

Il fatto che chiamiamo: “Risurrezione di Gesù”, non consiste nel suo tornare a vivere la vita come viveva prima di morire; per un fatto così sarebbe stato sufficiente costatarlo con i sensi, com’era stato possibile farlo con Lazzaro. I Vangeli ci dicono che anche gli apostoli hanno avuto bisogno della fede, perché la Risurrezione di Gesù consiste nel suo entrare nel modo di vivere di Dio.

Vi propongo di riflettere su due domande: Perché credere alla risurrezione di Gesù? In che modo la fede nella risurrezione cambia la nostra vita? Io ho risposto così:

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché mi meraviglia che sia sorta negli apostoli la fede che Gesù fosse vivo e potessero dire di averlo incontrato. Gli apostoli non sono stati immediatamente propensi a credere a quel fatto, e benché Gesù ne avesse parlato, quando egli viene catturato, si sono dispersi. Se uomini dominati dalla paura sono diventati coraggiosi testimoni, è perché hanno fatto un’esperienza che li ha resi certi che Gesù, che loro sapevano morto, era in realtà vivo.

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché mi convince che per rimanere fedeli a quella fede e per darne testimonianza agli uomini, gli apostoli siano stati disposti a subire la persecuzione e persino a sacrificare la vita.

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché mostra vera l’esistenza di quel Padre che ha guidato tutta la sua vita e al quale si è consegnato nel momento della morte; il Suo amore appare pienamente affidabile: un amore sicuro e fedele più forte del male e della morte.

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché appare alta e grande la vita che egli ha vissuto, guidata dalla fiducia nell’amore del Padre. Mi colpisce il suo percorso di libertà. Gesù ha vissuto come uomo libero perché mai si è lasciato condizionare da situazioni esteriori; egli è rimasto sempre fedele a se stesso, non cambiando il suo pensiero quando i discepoli l’hanno abbandonato, non retrocedendo di fronte alla minaccia del Sinedrio, rimanendo fermo e libero anche di fronte al potere di Pilato. Per la fiducia che Gesù riponeva nell’amore del Padre, ha potuto guardare in faccia la morte senza esserne terrorizzato, ma trasformandola in un atto di abbandono e di consegna di se stesso tra le braccia del Padre. Dalla fiducia posta nell’amore del Padre, Gesù ha tratto la forza per non cedere a sentimenti di odio e di vendetta di fronte a chi gli dava la morte, e ha saputo chiedere per i suoi nemici la misericordia e il perdono.

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché mi prova che vale la pena vivere facendo il bene e che niente andrà perduto. Gli apostoli non sono stati immediatamente propensi a credere a quel fatto, e benché Gesù ne avesse parlato, quando egli viene catturato, si sono dispersi. Se uomini dominati dalla paura sono diventati coraggiosi testimoni, è perché hanno fatto un’esperienza che li ha resi certi che Gesù, che loro sapevano morto, era in realtà vivo.

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché rivela che l’ingiustizia e il sopruso non avranno infine la vittoria. Gli apostoli non sono stati immediatamente propensi a credere a quel fatto, e benché Gesù ne avesse parlato, quando egli viene catturato, si sono dispersi. Se uomini dominati dalla paura sono diventati coraggiosi testimoni, è perché hanno fatto un’esperienza che li ha resi certi che Gesù, che loro sapevano morto, era in realtà vivo.

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché mi appare grande la vita dei santi che hanno vissuto alla luce di questa fede. Perché per questa fede hanno fatto un cammino per elevarsi dalla dimensione più carnale e terrena a una vita vissuta nella dimensione dello spirito. Mi affascina la vita di quei santi che nella fede della risurrezione di Gesù hanno trovato la forza di lottare per la giustizia, di operare per il riscatto e la liberazione dei poveri.

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché quando imparo da Lui la fiducia in Dio che è Padre e mi ama, trovo la forza di gioire della vita, una gioia che vince le ragioni di tristezza che scaturiscono dal riconoscere i miei limiti e i miei peccati. Quando, guardando a Gesù, imparo a fidarmi di Dio, non attribuisco il potere di determinare la mia vita a niente che sia al di fuori di me. Dalla fede nell’amore irrevocabile di Dio spero di avere la forza di poter continuare a ringraziare della vita quando toccherà anche a me attraversare la malattia e trovarmi di fronte alla paura di morire. Per la fede nell’amore infinito e fedele di Dio, ricevo il compito di vincere l’egoismo che mi porterebbe a mettere al centro i miei bisogni, per un cammino che mi chiede di uscire da me stesso e volgermi agli altri, riconoscendo in ogni persona i tratti del fratello. Per la fede nell’amore di Dio che vuole rendere l’uomo partecipe della sua vita e destinarlo alla vita eterna, sento la responsabilità di chinarmi sugli uomini feriti dalla durezza della vita, perché dal mio incontro ogni povero sia aiutato a ritrovare consapevolezza della sua dignità.

         Credo alla risurrezione di Gesù, perché ogni volta che sono riuscito a vivere alla luce di questa fede ho sperimentato la gioia e già mi sembrava di essere nell’eternità.

il Parroco