Simone mi ami? - Gv 21, 1-19
Nel Vangelo di questa domenica sono ben distinguibili due parti.
• Nella prima parte abbiamo ascoltato il racconto dell'incontro di Gesù Risorto con un gruppo dei discepoli che è tornato in Galilea e ha ripreso la vecchia attività di pescatori; oltre ad essere un'esperienza con la quale Gesù vuole confermare la loro fede nella sua risurrezione, è anche una prefigurazione della vita che i discepoli vivranno restando nel mondo dopo che lui sarà asceso al cielo. In questo fatto possiamo vedere rappresentata anche la nostra esperienza di comunità Cristiana che deve vivere avendo fede che Gesù risorto resta con noi, anche se non abbiamo apparizioni che lo rendano visibile. Altre volte abbiamo messo in evidenza la condizione feriale e normale della vita rappresentata dalla pesca, dopo il tempo straordinario che essi avevano vissuto dietro a Gesù. L’essere insieme sulla barca rappresenta che i discepoli di Gesù formano una comunità, non sono tanti singoli che vivono ognuno per conto proprio. Nella pesca è rappresentata la missione della evangelizzazione: i discepoli sono mandati a strappare gli uomini dal male rappresentato dal mare e metterli in relazione con Gesù. È il compito della chiesa, mandata a “pescare uomini” come Gesù aveva detto. I discepoli fanno questa esperienza: quando si sono basati solo sulla loro competenza, la pesca è fallita nonostante fossero esperti pescatori; quando accolgono la presenza di Gesù e si lasciano guidare dalla sua parola, la pesca riesce in modo sorprendente e smisurato. La forza della chiesa è la fede nell’amore di Dio che è assoluto, e sempre capace di ricominciare oltre ogni delusione. Dal credere a quest’amore, la chiesa trova la capacità di guardare avanti e la forza per amare, anche se i frutti non sono immediati.
Dal Vangelo di Giovanni
« In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». ».
L’immagine di Gesù che sulla spiaggia ha già preparato un pasto, (spezza del pane e distribuisce del pesce) anche se manca il segno del vino, è un chiaro riferimento all’Eucarestia, il sacramento che alimenta la chiesa, che continuando a rendere presente Gesù risorto e attingendo al Suo amore, può vivere la sua missione. Siamo noi “comunità parrocchiale” la barca posta sul mare per pescare gli uomini all’amore, avremo forza se continueremo a credere che Gesù è con noi, accogliendolo nel pane che egli spezza per noi ogni domenica.
Non perché è perfetto e non ha mai sbagliato, ma perché ha fatto esperienza del perdono ...
• Nella seconda parte è presentato un momento di dialogo intimo tra Gesù e Simon Pietro. Questo dialogo ha evidentemente il valore di essere un percorso di riconciliazione che Gesù offre a Pietro per dargli il perdono per il suo tradimento e farlo risorgere dal suo peccato per ricominciare una vita nuova. Riflettendo sul dialogo tra Gesù e Pietro possiamo sottolineare come Gesù cerchi una relazione personale con lui, è questo sempre un aspetto molto importante anche per noi. A volte possiamo pensare all'esperienza Cristiana come l'adesione a una dottrina oppure come la sottomissione ad una regola di vita, in realtà da questo episodio possiamo mettere in evidenza che al centro dell'esperienza Cristiana c'è la relazione personale con Gesù, una relazione nella quale siamo amati da Gesù e amiamo Gesù. La domanda che Gesù fa a Simone: "mi ami?" la possiamo sentire rivolta a ciascuno di noi: "mi ami tu?". Gesù offre a Pietro la possibilità di dichiarare per tre volte che lo ama, come per tre volte aveva professato di non conoscerlo. In questo modo aiuta Pietro a non rimanere inchiodato al suo peccato, a non definirsi soltanto come chi ha tradito, ma a riconoscere che rimane una persona capace di amare e pertanto può mettersi alle spalle il suo tradimento e ripartire dall’amore. Pietro può essere capace di amare Gesù se non si appoggia sulle sue forze umane. È perché sa di essere amato da Gesù, di essere amato nonostante i suoi peccati, per la forza del più grande amore di Gesù che anche lui può amare. Gesù lo conferma nel compito di pascere il suo gregge, non perché è perfetto e non ha mai sbagliato, ma perché ha fatto esperienza del perdono.
il Parroco
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