Sono venuto a gettare fuoco    Lc 12, 49-57

Nel nostro immaginario pensiamo al vangelo di Gesù come ad un messaggio di dolcezza, di pace, di tolleranza e benevolenza verso tutti. La nostra idea di cristianesimo attinge maggiormente alla poesia del Natale, piuttosto che alla strada tortuosa del calvario della Pasqua. La comprensione, la misericordia, sono il compito che Gesù ci affida quando siamo messi di fronte agli altri, specialmente se sono i piccoli, i poveri e i peccatori. Diversamente Gesù ci chiede di essere decisi nel prendere la distanza da chi compie ingiustizia, da chi opprime i più deboli e da chi diventa ostacolo perché l’annuncio del perdono e dell’amore giunga a coloro che lo attendono.

La stessa ferma presa di distanza va usata con noi stessi, con quelle forze che in noi fanno resistenza al Vangelo.


+ Dal Vangelo secondo Luca

« In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». »

 

Questa realtà emblematica fu « rappresentata già nella classicità greca »,... possiamo pensare al racconto di Edipo Re...   

Gesù fa questa proposta esigente di vita non come chi mette pesi sulle spalle degli altri, lui stesso in prima persona vive ciò che chiede ai suoi discepoli. Luca aveva già descritto con parole forti quella scelta quando ha detto: “Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme”. Anche nel vangelo di oggi Gesù ribadisce la tensione che lo anima: “Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto”. Gesù ha una strada chiara davanti a sé, la relazione filiale col Padre dovrà essere verificata, confrontandosi con la cattiveria degli uomini, attraverso l’esperienza della sofferenza che lo condurrà all’appuntamento con la morte. Non lo fermerà la resistenza degli apostoli, non lo fermerà la paura della sofferenza, non lo fermerà la solitudine in cui sarà lasciato; andrà fino in fondo continuando a fidarsi del Padre, perché dal Suo amore Gesù fa dipendere tutta la sua vita.

Ogni giorno noi siamo chiamati a fare delle scelte, a prendere delle decisioni, molte volte sono scelte piccole e insignificanti, possiamo scegliere in un modo o anche secondo il suo contrario e nulla cambia, ma per non essere frantumati dai tanti desideri e dalle tante attrazioni cui siamo sottoposti, abbiamo bisogno di poter dire che c’è qualcosa che vale di più rispetto al resto, che c’è una scelta più importante delle altre, gli studiosi la chiamano: “l’opzione fondamentale”.

Ci sono forze attorno a noi che esercitano una grande forza di attrazione nei nostri confronti; il condizionamento degli altri, il timore del loro giudizio, rischia di renderci dipendenti e di farci vivere assecondando di volta in volta il messaggio di moda. Essere persone che hanno una propria personalità, chiede di essere abitati da valori interiori. La vita scorre per molti giorni, ma la monotonia della vita è vivibile per l’esperienza di un incontro con qualcosa o qualcuno che ci appare rispondere pienamente alla domanda sul senso della vita e ci fa dire: “è per quella cosa lì, è per quella persona, che la vita mi appare vivibile”.

Accade questo quando uno si innamora e gli sembra che l’amore per quella persona, il bene che sperimenta siano ciò che dà pienamente gusto alla vita. Uguale capacità di far ardere il cuore, di far vibrare l’anima è la scoperta di un grande ideale di giustizia e di libertà; ci sono persone che ci appaiono piene di luce perché sanno vivere ispirati da grandi ideali, e li sanno portare avanti nonostante l’avversione di altri e la solitudine in cui spesso si ritrovano. L’incontro con l’amore di Dio rivelato da Gesù è per noi quella scoperta che illumina di senso la vita; è perciò quel bene che dà senso a tutto il resto, quel bene senza il quale non possiamo vivere.

il Parroco