Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto    Lc 21, 5-19

Siamo già giunti alla fine dell’anno, che per noi cristiani termina con il mese di novembre; in questa circostanza viene spontaneo riflettere sul tempo che stiamo vivendo. Anche la liturgia ci invita a questa riflessione offrendoci quei testi della sacra scrittura dove l’autore sacro riflette sulla storia. Come facciamo noi, quando ci lamentiamo per i tempi difficili che stiamo vivendo, anche Gesù rappresenta la storia attraverso una sequenza di disastri, la serie di fatti che elenca potrebbero descrivere benissimo il nostro tempo.


+ Dal Vangelo secondo Luca

« In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: "Sono io", e: "Il tempo è vicino". Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. »

Forse Gesù ha ripreso la lamentela di qualche profeta apocalittico o di qualche visionario pessimista che si lamentava per la drammaticità dei tempi che si stavano vivendo. Nei nostri giorni, le notizie, attraverso le televisioni e internet, fanno in pochi minuti il giro del mondo, di conseguenza veniamo a conoscenza di fatti che avvengono in ogni parte del nostro pianeta. Sia perché i fatti negativi sono prevalenti rispetto ai positivi, sia perché le notizie negative fanno più sensazione e creano maggior interesse di quelle positive, di solito la cronaca quotidiana finisce per essere un elenco di catastrofi, di calamità naturali, di attentati terroristici, di fatti di guerra, di omicidi o di gesti criminali. Questa tragica rappresentazione del mondo fa sorgere negli uomini e, dobbiamo confessarlo anche in noi, una reazione di chiusura degli occhi e delle orecchie per non farci turbare dalle notizie, e una scelta di preoccuparci di difendere il nostro privato interesse.

Gesù invita a trovare una risposta alle nostre domande e a non lasciarci prendere dal panico, possiamo guardare con più attenzione: non è vero che tutto va male e che la storia è fatta solo di violenza. Ci sono uomini e donne che nei territori di guerra costruiscono ospedali, ci sono persone che tessono pazienti e lunghe trattative per realizzare la pace. Ci sono iniziative che cercano di insegnare in Africa un’agricoltura più redditizia e aiutano a scavare pozzi per trovare l’acqua. Ci sono città che accolgono gli stranieri e li integrano nel territorio. Puoi pensare che nonostante le apparenze contrarie, non è venuto meno il disegno di amore di Dio, già manifestato con la liberazione dall’Egitto e con la risurrezione di Gesù. Se ti lasci guidare da questa luce, puoi confidare che in ultimo questo disegno si manifesterà, e credere che: « Nemmeno un capello del capo andrà perduto ».

Nel messaggio offerto a tutti per la terza giornata dei poveri, papa Francesco fa una analoga lettura del tempo, denunciando la presenza sempre più grande della povertà e contemporaneamente la responsabilità di chi la povertà la sta creando o comunque la guarda con indifferenza.

« Quante volte vediamo i poveri nelle discariche a raccogliere il frutto dello scarto e del superfluo, per trovare qualcosa di cui nutrirsi o vestirsi! Diventati loro stessi parte di una discarica umana sono trattati da rifiuti, senza che alcun senso di colpa investa quanti sono complici di questo scandalo. Giudicati spesso parassiti della società, ai poveri non si perdona neppure la loro povertà. Il giudizio è sempre all’erta. Non possono permettersi di essere timidi o scoraggiati, sono percepiti come minacciosi o incapaci, solo perché poveri. »

Ma Dio si dichiara nella Bibbia come colui che sta dalla parte dei poveri.

« È un ritornello permanente delle Sacre Scritture la descrizione dell’agire di Dio in favore dei poveri. Egli è colui che “ascolta”, “interviene”, “protegge”, “difende”, “riscatta”, “salva”… Insomma, un povero non potrà mai trovare Dio indifferente o silenzioso dinanzi alla sua preghiera. Dio è colui che rende giustizia e non dimentica, anzi, è per lui un rifugio e non manca di venire in suo aiuto. »

Riflettere sul tempo deve suscitare la consapevolezza di un compito che il papa esprime così:

« A volte basta poco per restituire speranza: basta fermarsi, sorridere, ascoltare. Per un giorno lasciamo in disparte le statistiche; i poveri non sono numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti. I poveri sono persone a cui andare incontro: sono giovani e anziani soli da invitare a casa per condividere il pasto; uomini, donne e bambini che attendono una parola amica. I poveri ci salvano perché ci permettono di incontrare il volto di Gesù Cristo. »

il Parroco