Se la vostra giustizia …    Mt 5, 17-37   

Se mi sforzo di ricordare l’esperienza del catechismo, cui ho partecipato da bambino la domenica pomeriggio nella chiesa di Rupinaro a Chiavari, ciò che più mi viene in mente sono i dieci comandamenti. Sul decalogo e sui sacramenti era fondata l’educazione cristiana dei ragazzi prima del Concilio. Per il modo di pensare e di vivere della maggior parte della popolazione di quel tempo, era normale riferirsi ai comandamenti come la rappresentazione del comportamento da tenere per essere buoni cristiani. Se osserviamo oggi il comportamento delle persone, sembra che siano passati secoli da allora, i movimenti giovanili del sessantotto hanno messo in discussione ogni autorità insinuando che ognuno era libero di agire secondo il proprio sentire. Quella rivoluzione ha preso campo sempre di più, diventando cultura condivisa da tutti. Dall’osservazione dei comportamenti delle persone, dalle parole guida che passano alla TV o sui giornali, possiamo dire che l’unico comandamento vigente afferma che ognuno può seguire l’impulso della propria libertà, a patto che non interferisca sulla libertà degli altri.

L’esito del cambiamento culturale è sotto i nostri occhi, esso non ha prodotto una società di uomini e donne più felici, né ha prodotto una comunità umana più giusta e solidale, anzi molti denunciano un modo di vivere più individualista e delle relazioni ispirate alla cattiveria. Da molte parti, non solo dagli appartenenti al mondo dei credenti, si avverte l’urgenza di una riflessione che dia fondamento ad una visione etica della vita.

A differenza degli animali che vivono determinati dagli impulsi dell’istinto, gli uomini si trovano di fronte alle circostanze della vita avendo sempre diverse opzioni tra le quali operare una scelta. Come scegliere? Come individuare il bene? San Paolo stesso confessa nella lettera ai Romani: “C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio”. I comandamenti sono la risposta che la scrittura dà a queste domande. Spesso pensiamo alla legge come espressione di un atteggiamento autoritario che mira a imporre la propria volontà. In realtà il comandamento nasce dall’essere dell’uomo e dalla voce interiore della coscienza, il comandamento proclamato nella Scrittura aiuta a riconoscere la voce della coscienza.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

« In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio". Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: "Non commetterai adulterio". Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto del ripudio". Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti". Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: "sì, sì", "no, no"; il di più viene dal Maligno». »

« E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. », ci ricorda San Paolo

Anche se dalle prime parole può sembrare che Gesù pensi ai comandamenti come ad una legge fissa e immutabile, dobbiamo riconoscere invece che Lui stesso ha fatto un’opera profonda per cambiare la comprensione della volontà di Dio e della sua legge. Con Gesù che rivela l’autentico volto di Dio, è offerta all’uomo la strada per corrispondere pienamente alla sua volontà.

Possiamo provare ad esprimere sinteticamente l’insegnamento di Gesù nei seguenti punti:

    Il centro da cui parte l’agire morale è il cuore, noi la chiamiamo coscienza; essere buoni o cattivi dipende dalla scelta del bene operato nel profondo della coscienza.

    Non basta una conformità esteriore del comportamento a quanto dice la legge, è necessaria una adesione della coscienza al valore contenuto nella legge.

    Non è sufficiente una adesione all’espressione letterale della legge, ma occorre una adesione allo spirito della legge: la lettera della legge dice di non uccidere, se odi un fratello, nel tuo cuore lo hai ucciso.

    Ciò che deve muovere la persona a fare il bene è la sua forza di attrazione, non è la paura di un castigo o l’attesa di un premio. Dobbiamo aderire al bene perché in esso si realizza un senso alla vita.

    Nella sacra Scrittura sono formulate tante norme che prescrivono cosa fare o cosa non fare, ma tutte si possono raccogliere nell’unico valore da vivere, che è quello dell’amore. C’è un solo comandamento riassuntivo, quello che dice di amare Dio e il prossimo: in questo si raccoglie tutta la legge.

Gesù, vivendo lui stesso una vita umana simile alla nostra e vivendo da figlio in piena adesione alla volontà del Padre, ha attuato in modo esemplare la legge, per cui possiamo dire che per noi, la legge è la vita stessa di Gesù.

il Parroco