Se tu sei figlio di Dio    Mt 4, 1-11   

Penso che sia per tutti la prima volta che non possiamo partecipare alla celebrazione eucaristica domenicale, non perché siamo ammalati ed è logico che ci curiamo stando al caldo tra le coperte, e nemmeno perché la domenica è per noi giorno di lavoro, e neanche perché siamo in un paese dove non c’è nemmeno una chiesa, ma perché non si celebra in nessuna chiesa. Ciò che stiamo vivendo non può che suscitare un grande sconcerto: se è anomalo che non possiamo radunarci nella nostra chiesa per l’assemblea domenicale, lo è ancor più perché questo avviene proprio all’inizio della quaresima tempo liturgico che ha un fortissimo richiamo a ritrovare le ragioni della nostra fede. Abbiamo tutti la sensazione che la proibizione della partecipazione alla celebrazione domenicale sia un provvedimento eccessivo, almeno in Liguria, almeno fino alla comparsa di qualche caso di infezione. Il nostro essere cristiani non ci sottrae alla responsabilità di essere anche cittadini che riconoscono nella autorità un servizio a favore del bene di tutti, dobbiamo perciò pensare che il provvedimento sia stato preso in buona fede alla luce di conoscenze che noi non abbiamo.

Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno ”. Paolo nella lettera ai Romani esprime questa convinzione suggerita dalla fede che dobbiamo fare nostra ritenendo che anche questa circostanza, che apparentemente sembra un segno di una disfatta, fa parte del disegno provvidenziale di Dio. Infatti il venir meno di alcune abitudini radicate, non solo le nostre celebrazioni, ma anche il cinema, i concerti, ogni forma di assembramento, ma anche la prevedibile crisi economica che ne conseguirà, potrà essere una circostanza che costringerà tutti a rivedere il modello di vita che abbiamo costruito. Anche per la nostra esperienza cristiana questa circostanza potrà essere un passaggio rigenerativo: è stato sottolineato da molti il fatto che sappiamo dare il giusto valore alle cose quando sperimentiamo che ci mancano; può essere che questa domenica sentiamo un vuoto, una esperienza di disagio come un essere poveri e che ci faccia scoprire il valore di ciò che abbiamo, il dono che è la nostra assemblea Eucaristica domenicale.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

« In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». »

Con questa domenica entriamo nel tempo della quaresima che ogni anno ci invita a rinnovare la scelta di ciò che è importante per noi di ciò che dà significato alla nostra vita. Siamo abituati a pensare a Gesù non considerando la sua umanità, ma solo la sua divinità e pensiamo che egli avesse fin dall’inizio tutto chiaro su come si sarebbe svolta la sua vita. Il vangelo ci parla di Gesù che opera la scelta di vivere da Figlio facendo dipendere la vita da Dio, che lui riconosce come Padre. Gesù porterà avanti questa scelta con assoluta fedeltà: la relazione col Padre gli darà libertà e distacco quando sarà circondato dalla folla che lo applaude e lo acclama, gli darà fermezza e serenità di fronte alla minaccia del potere, continuerà a fidarsi di Dio e a vivere nell’amore quando sarà di fronte alla violenza e alla morte. “ Se tu sei figlio di Dio” dice il tentatore, e Gesù mostra qual è la vera vita figliale, non pretendendo di piegare la volontà del Padre ai suoi bisogni e alle bramosie terrene, ma consegnandosi totalmente al Suo amore, e lo farà fino alla croce.

La vita figliale di Gesù è la via di uscita offerta anche a noi che invece abbiamo percorso la strada opposta, cioè quella di inseguire la nostra autosufficienza pensando di potercela sbrigare da soli e di poterci costruire con le sole nostre forze la felicità. La vita di Gesù è l’alternativa al nostro modo di pensare Dio, che ha la pretesa di essere al servizio dei nostri progetti. Guardando a Gesù è possibile riconoscere che la vita figliale è anche in ciascuno di noi, che possiamo permettere allo Spirito Santo di far emergere il nostro volto di figli, per renderci somiglianti a Gesù.

il Parroco