Dio.

 

+ Dal Libro dell'Esodo --  Es 34, 4-6. 8-9

« In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa' di noi la tua eredità». »


+ Dal Vangelo secondo Giovanni --  Gv 3, 16-18

« In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio». »


L’inaspettata e tragica diffusione del contagio ci ha impedito di vivere in forma comunitaria gli appuntamenti annuali nei quali ricordiamo e riviviamo le tappe della vita di Gesù. Abbiamo potuto ricordare la sua nascita e l’inizio della sua missione profetica, ma poi solo in forma familiare, con il sussidio della televisione, abbiamo vissuto la Quaresima, la settimana santa e la Pasqua. Ora siamo arrivati al punto in cui tutta la vita di Gesù è stata ricordata attraverso le nostre feste e questa domenica serve a fare una sintesi di tutto il percorso vissuto. Ci chiediamo: “C’è un centro, un nucleo essenziale, che raccoglie ciò che Gesù ha vissuto e testimoniato?”.

Al centro dell’opera di Gesù, al cuore della sua missione, c’è l’offerta di un cammino per conoscere Dio e aprire la strada all’incontro con Lui

Con la festa di oggi affermiamo che al centro dell’opera di Gesù, al cuore della sua missione c’è l’offerta di un cammino per conoscere Dio e aprire la strada all’incontro con Lui. Poiché chiamiamo fede l’atto con cui una persona riconosce vera la presenza di Dio, e dalla relazione con Lui fa dipendere la vita, possiamo dire che Gesù ci ha tracciato il cammino della fede.

•   Dalla fede riceviamo la luce che permette di riconoscere il valore di ogni persona. Tutti chiedono di poter essere riconosciuti nella loro dignità. È difficile affrontare il compito della vita giornaliera pensando di essere soltanto un grumo di materia che, come metéora, è destinato a sparire nel nulla. La fede ci dice che ogni persona è resa partecipe della dignità di figlio di Dio, è dunque una creatura che vale per se stessa, un valore non diminuito da alcuna circostanza esteriore.

•   Dalla fede nella presenza di Dio nasce quella visione della persona come “essere spirituale”, non riducibile alla sua dimensione materiale e corporea. Chiamato a realizzarsi attraverso l’apertura alla relazione con Dio, l’uomo non esaurisce l’orizzonte della vita con il soddisfacimento dei suoi bisogni materiali. Nella fede si trova la ragione della rappresentazione dell’uomo come un pellegrino sempre alla ricerca di una nuova méta. La ricerca della conoscenza, la capacità di sostare con incanto di fronte alla bellezza, sono esperienze che avvicinano a quella possibilità che solo alcuni raggiungono, di stare cioè nella preghiera, alla presenza di Dio.

•   Dalla fede nasce la responsabilità di avere un rapporto nuovo con l’ambiente nel quale siamo chiamati a vivere. Noi non siamo padroni delle risorse che ci sono date dalla natura, le abbiamo in consegna per custodirle, facendo in modo che attraverso la loro grandezza splenda la luce del Creatore. Proprio perché sentiamo che l‘aria, il mare, la campagna, le fonti di energia e tanto altro ancora, ci è dato da Dio, sentiamo anche il compito di tutelare e consegnare questi beni perché servano ancora a chi verrà dopo di noi.

•   Dal credere in Dio che come Padre è la sorgente della vita di tutti gli uomini, nasce uno sguardo nuovo su ogni altro uomo o donna che vive nel mondo: poiché generato dal Padre di tutti, ha per noi il nome di fratello. Dalla fede nasce l’esigenza di costruire un progetto di società nel quale il bene cercato per il singolo corrisponda anche al bene di ogni altra persona che ci vive accanto.

Riflettendo che attraverso Gesù abbiamo incontrato la presenza di Dio, sorge subito anche una grande domanda: “Come mai oggi tante persone affrontano la vita senza sentire alcun bisogno di Dio?”. Quest’anno poi penso che tutti ci siamo chiesti: “Dov’è Dio rispetto al dolore dei malati, dei numerosi morti e delle difficoltà economiche di molte famiglie?”. Qualcuno ha trovato conferma alla sua posizione scettica ritenendo che Dio avrebbe dovuto impedire questo dolore. Alcuni affermano che c’è stato un ritorno alla fede e molti si sono riavvicinati alla preghiera. I profeti apocalittici hanno cavalcato la diffusione del virus leggendola come un castigo mandato da Dio.

Penso che dobbiamo leggere il contagio come una delle possibilità del processo evolutivo della materia, che l’uomo avrebbe dovuto studiare e dal quale avrebbe dovuto imparare a difendersi. Penso che la fede in un disegno buono di Dio sia invece la forza che impedisce di arrendersi e fa venir voglia di lottare e di ricostruire. Penso che proprio la fede in Dio abbia dato la forza e la dia ancora, per dimenticarsi si sé e occuparsi dei nostri fratelli bisognosi e sofferenti.

il Parroco