UNA BUONA NOTIZIA Mc 1, 1-8
« Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Quando sentiamo la parola “Vangelo”, come accade oggi iniziando il racconto di Marco, subito pensiamo che si tratti del libro che raccoglie la testimonianza su Gesù, ma quando l’autore scriveva: “ Inizio del Vangelo …” pensava a un’altra cosa, intendeva dire che iniziava un annuncio che se accolto, avrebbe reso la vita felice. L’equivoco è dovuto al fatto che il termine “vangelo” non è una traduzione, ma una traslitterazione della parola greca “euanghelion” che significa: “Lieta notizia”. Ciò che noi leggiamo: “inizio del libro che si intitola Vangelo e che parla di Gesù” dovremmo invece leggerlo : “Inizio della notizia che riempie di gioia, la notizia che riguarda Gesù”. Sarebbe bello che risuonasse davvero così la parola di oggi, una parola che ci dice: “Guarda che c’è una bella notizia per te, un annuncio che ti porta la gioia”, sarebbe davvero molto bello! In realtà in questi giorni: accanto a molte notizie ancora dolorose e tragiche sulla diffusione del contagio, accanto alla quotidiana presentazione del numero dei decessi per la pandemia, accanto allo stillicidio dei decreti del presidente del consiglio, i giornali hanno utilizzato le parole “bella notizia” per dire l’imminente arrivo del vaccino. È giusto sperare che l’arrivo del vaccino realizzi l’attesa vittoria sul virus che sta seminando tanta sofferenza in tutto il mondo, ma anche quando questo accadesse, non sarebbero per questo risolte tutte le attese. C’è l’attesa di costruire un mondo pacificato senza più la minaccia delle armi, quella di un mondo dove sia riconosciuta la dignità e il valore di ogni persona, sia provvedendo perché ci sia cibo e acqua e medicine per tutti, sia garantendo ad ogni persona la libertà politica e religiosa. L’attesa che sta a fondamento di tutto è di trovare un significato alla vita che vinca la paura della morte, un’attesa che si compie nell’accogliere nella fede la presenza di Dio. • Spesso, l'indicazione chiave arriva da chi non te lo aspetti ... Nell’annuncio dell’evangelista colpisce il fatto che portatore di speranza nuova non è uno che viene dai sacerdoti del tempio, non è un maestro di qualche scuola rabbinica, non è una delle autorità costituite, ma è un uomo che viene dal deserto, dove si è ritirato per riascoltare la voce di Dio; inizio della buona notizia è: Giovanni Battista. Giovanni parla non solo con le sue parole, ma soprattutto con la sua stessa vita; l’evangelista ne rileva in modo sintetico alcuni dati: vive nel deserto, luogo dove la vita perde fronzoli e maschere e ci si educa a saper stare soli con se stessi. Il deserto è il luogo dove s’impara a fare silenzio per ascoltare la voce del cuore, per udire la voce di Dio. Veste di peli di cammello, mangia locuste e miele selvatico, fa un percorso di distacco da molti bisogni per diventare attento all’essenziale. La vita nel deserto lo “spoglia” da molte esigenze, consentendogli di porre attenzione a ciò che è veramente necessario. Dal cammino nel deserto Giovanni diventa un testimone che sa dire parole che toccano il cuore, perché sono parole che nascono dalla vita e parlano attraverso la vita. Dal cammino nel deserto Giovanni si lascia raggiungere dalla presenza sorprendente di Dio che si manifesta in modo così diverso dalle sue attese, e indica in Gesù il Messia da seguire. Dal cammino nel deserto Giovanni impara a riconoscere la libertà che si manifesta nella fedeltà alla luce interiore, libertà per la quale saprà anche pagare il prezzo. Dal cammino nel deserto Giovanni impara a non fare di sé il centro dell’attenzione, per questo non cerca consensi alla sua persona, ma indirizza verso Gesù. Il vangelo ci parla di una voce che diceva parole importanti per quel tempo, la voce di Giovanni Battista. Possiamo chiederci: “Quali sono le voci significative nel nostro tempo?” “ Quali persone dicono oggi parole che aiutano a dare valore alla vita?”. In modo ancor più personale potremmo chiederci: “Io sono una voce che porta luce per qualcuno?” “Che messaggio trasmetto con la mia vita, alle persone che mi circondano?”. |
il Parroco |