Dio ha tanto amato il mondo.


Gv 3, 16-18 -- Tempo di Pasqua IX - Ciclo A - Colore bianco


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

« In quel tempo, disse Gesù a Nicodemo:

«  Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.    Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 

« Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio». »

Con la celebrazione della Pentecoste siamo arrivati al punto in cui tutta la vita di Gesù è stata ricordata attraverso le diverse feste e questa domenica serve a fare una sintesi di tutto il percorso vissuto. Ci chiediamo: “C’è un centro, un nucleo essenziale, che raccoglie ciò che Gesù ha vissuto e testimoniato?”.

- Al centro dell’opera di Gesù, al cuore della sua missione c’è l’offerta di un cammino per conoscere Dio e aprire la strada all’incontro con Lui. Poiché chiamiamo fede l’atto con cui una persona riconosce vera la presenza di Dio, e dalla relazione con Lui fa dipendere la vita, possiamo dire che Gesù ci ha tracciato il cammino della fede.

Dalla fede riceviamo la luce che permette di riconoscere il valore di ogni persona. Tutti chiedono di poter essere riconosciuti nella loro dignità. È difficile affrontare il compito della vita giornaliera pensando di essere soltanto un grumo di materia che, come metéora, è destinato a sparire nel nulla. La fede ci dice che ogni persona è resa partecipe della dignità di figlio di Dio, è dunque una creatura che vale per se stessa, un valore non diminuito da alcuna circostanza esteriore.

Dalla fede nella presenza di Dio nasce quella visione della persona come essere spirituale , non riducibile alla sua dimensione materiale e corporea.   Chiamato a realizzarsi attraverso l’apertura alla relazione con Dio, l’uomo non esaurisce l’orizzonte della vita con il soddisfacimento dei suoi bisogni materiali. Nella fede si trova la ragione della rappresentazione dell’uomo come un pellegrino sempre alla ricerca di una nuova méta. La ricerca della conoscenza, la capacità di sostare con incanto di fronte alla bellezza, sono esperienze che avvicinano a quella possibilità che solo alcuni raggiungono, di stare cioè nella preghiera, alla presenza di Dio.

Dalla fede nasce la responsabilità di avere un rapporto nuovo con l’ambiente nel quale siamo chiamati a vivere. Noi non siamo padroni delle risorse che ci sono date dalla natura, le abbiamo in consegna per custodirle, facendo in modo che attraverso la loro grandezza splenda la luce del Creatore. Proprio perché sentiamo che l‘aria, il mare, la campagna, le fonti di energia e tanto altro ancora, ci è dato da Dio, sentiamo anche il compito di tutelare e consegnare questi beni perché servano ancora a chi verrà dopo di noi.

Dal credere in Dio che come Padre è la sorgente della vita di tutti gli uomini, nasce uno sguardo nuovo su ogni altro uomo o donna che vive nel mondo: poiché generato dal Padre di tutti, ha per noi il nome di fratello. Dalla fede nasce l’esigenza di costruire un progetto di società nel quale il bene cercato per il singolo corrisponda anche al bene di ogni altra persona che ci vive accanto.

Riflettendo che attraverso Gesù abbiamo incontrato la presenza di Dio, sorge subito anche una grande domanda: “Come mai oggi tante persone affrontano la vita senza sentire alcun bisogno di Dio?”.

Di fronte agli avvenimenti di questi anni, prima la pandemia e poi la guerra tutti ci siamo chiesti: “Dov’è Dio rispetto al dolore dei malati, dei numerosi morti e delle difficoltà economiche di molte famiglie?”. Qualcuno ha trovato conferma alla sua posizione scettica ritenendo che Dio avrebbe dovuto impedire questo dolore.

- Penso che la fede in un disegno buono di Dio sia invece la forza che impedisce di arrendersi e fa venir voglia di lottare e di ricostruire. Penso che proprio la fede in Dio abbia dato la forza e la dia ancora, per dimenticarsi si sé e occuparsi dei nostri fratelli bisognosi e sofferenti, per esempio, andando a spalare fango con loro.

il Parroco