Il seminatore semina la Parola.
« Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Apriamo oggi una nuova sezione del vangelo di Matteo; nel capitolo tredici l’evangelista riporta un terzo discorso di Gesù, nel quale l’insegnamento è dato utilizzando il genere letterario delle parabole. La serie delle parabole che continueremo nelle prossime domeniche, è riportata uguale negli altri vangeli sinottici e fa pensare a una raccolta preesistente che gli evangelisti hanno trascritto. Poiché conosciamo bene la parabola di oggi e poiché Gesù stesso, ne dà la spiegazione, potremmo dedurre che sia tutto semplice. * “ Proprio Gesù mette in guardia sul rischio di ascoltare e non capire, sul rischio di dire “la so già” senza lasciarsi cambiare dalla parola. Ad una lettura attenta si può riconoscere una leggera differenza tra la prima narrazione e la successiva spiegazione, in quanto nel primo racconto l’attenzione è messa più sul seminatore e sul suo modo di agire, nella spiegazione l’attenzione è messa maggiormente sui terreni che accolgono il seme. Oggi pongo la mia attenzione proprio sul seminatore che butta il seme con generosità, potremmo dire sprecandolo, fino a farlo arrivare sulla strada, tra i sassi e tra le spine, perché in questo modo è sicuro che una parte arrivi nel terreno buono. Nel seminatore è descritto Gesù stesso, che in modo instancabile e senza risparmio di energie percorre le città e i villaggi della Galilea, per portare la sua parola che annuncia la vicinanza di Dio e il suo amore per tutti. Nessuno può vivere da solo. È vero che esistono uomini e donne che scelgono di ritirarsi in luoghi solitari, lontani dalle città, ma quando si conoscono e si ascoltano queste persone, si scopre che la loro scelta non è dettata dalla voglia di fuggire le relazioni. Nella solitudine si può vivere una più intensa relazione con Dio e dalla comunicazione con Dio si può diventare capaci di una più intensa e profonda condivisione con gli uomini. - Lo strumento principale per costruire relazioni è la parola. Pensiamo a come sarebbe la vita se non avessimo la facoltà di parlare e di ascoltare le parole di altri: possiamo ben dire che nel percorso evolutivo, l’uomo è comparso sulla terra quando un essere vivente ha pronunciato per la prima volta una parola. - Ci sono molti modi di utilizzare le parole, a volte si fanno solo chiacchiere inutili, ma il modo più grande di dare valore alla parola è quando serve a comunicare qualcosa di noi a un'altra persona, alla quale siamo legati dal vincolo dell’amore. Le parole più alte sono quelle utilizzate per dire il sentimento dell’amore. - Le parole degli altri ci aiutano a formare il nostro pensiero, per questo potremmo dire che senza il confronto con gli altri non avremmo la possibilità di formare la nostra identità. A volte, ascoltando una persona che ci parla o leggendo un libro siamo portati a dire: “Hai ragione, anch’io la penso come te”. Altre volte invece, parlando con gli altri si deve riconoscere: “Non sono d’accordo, il mio punto di vista è diverso dal tuo”. Capita anche il caso in cui dobbiamo dire a un amico: “ Grazie, mi hai detto una cosa nuova, non avevo considerato la cosa da questo punto di vista”. C’è però un atteggiamento fondamentale, una condizione previa perché la parola dell’altro sia un dono fecondo per la nostra vita: - il presupposto necessario perché la parola sia fruttuosa è quello di avere disponibilità all’ascolto. L’ascolto è un’arte molto difficile, perché chiede di fare il vuoto dentro di sé per lasciare spazio all’altro e alla sua parola. L’ascolto chiede che mentre l’altro ci sta parlando, sappiamo dare vera importanza alle sue parole, prestandovi un’attenzione totale, esclusiva. “ Dio disse ” -- è l’inizio della Scrittura --. Negli avvenimenti del mondo e nella vita di ognuno, Dio sta dicendo se stesso e il Suo amore. Se sono importanti le parole di chi ci ama, ancor più ha valore la Parola che Dio sta dicendo a noi e in noi. |
il Parroco |