Vende tutti i suoi averi e la compra.
« In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
Concludiamo oggi la lettura di questo capitolo del vangelo dedicato al racconto delle parabole, la parabola della rete che pesca pesci buoni e cattivi è simile a quella della zizzania, sulla quale abbiamo riflettuto domenica scorsa; la nostra riflessione oggi prende in considerazione le altre due. I protagonisti dei racconti vivono vicende diverse: l’uomo che trova il tesoro nascosto nel campo è beneficiario di un colpo di fortuna totalmente casuale, il mercante di perle preziose è un intenditore che sa riconoscere da diverse sfumature la perla migliore e la trova perché ha fatto della sua ricerca lo scopo della sua vita. Per il messaggio che viene dall’atteggiamento della ricerca, la seconda parabola si fa preferire. La voglia di cercare mette in moto la persona, vince la pigrizia, dà una speciale frenesia che fa superare la stanchezza. Cercare, è ciò che da sempre ha messo in moto il cammino dell’uomo; pensiamo alle scoperte geografiche, scientifiche o archeologiche: degli uomini hanno coltivato un sogno finché un giorno questo desiderio li ha messi in cammino, per questo sogno non si sono arresi alla stanchezza o alle delusioni e la perseveranza nella ricerca li ha portati a trovare. Un rischio di questo tempo nel quale molte speranze si sono spente, è quello di non guardare al tempo che viene come all’occasione di continuare a cercare ciò che può generare la gioia. Anche se il punto di partenza dei due protagonisti è diverso, (per uno è il caso che fa trovare il tesoro, per l’altro è la sua accanita ricerca) l’esito che il racconto ci fa intravvedere è analogo: la gioia per il bene trovato. L’insegnamento sorprendente delle parabole, il centro sul quale Gesù vuole che mettiamo la nostra attenzione è nella decisione dei due protagonisti che, per quel bene trovato, vendono tutto quello che hanno al fine di entrare in possesso di ciò che intravvedono come un tesoro più prezioso. Sono tante le cose di cui abbiamo bisogno; oltre ai desideri che nascono dalla nostra esperienza di vita, oggi ci sono anche quelli indotti dalla società industriale, che producendo una infinità di oggetti, ha anche la necessità di indurci a sentirne il bisogno. * “ Se si vuole tutto, se tutto è uguale, non si sa veramente gioire della vita. Gesù oggi ci dice che per saper gioire della vita occorre avere una gerarchia dei desideri, riconoscendo che tra tutte le cose che cerchiamo c’è un bene che vale più di tutti gli altri, e per quel bene che vale di più dobbiamo essere disposti a perdere tutto il resto. * “ La gioia è il primo frutto che il tesoro regala, è il movente che fa camminare, correre, volare; il motivo per cui vendere tutti gli averi non porta con sé alcun sentore di rinuncia, sembra piuttosto lo straripare di un futuro nuovo, di una gioiosa speranza. Niente di quello di prima viene buttato via. Il contadino e il mercante vendono tutto, ma per guadagnare tutto. Lasciano molto, ma per avere di più. Non perdono niente, lo investono. * “ La gioia dell’uomo che trova il tesoro può essere paragonata a quella di chi scopre attraverso Gesù l’infinito amore di Dio per tutti. È l’esperienza di chi trova finalmente il bene tanto cercato, di chi approda alla terra tanto desiderata. Nell’accogliere l’amore di Dio si trova la luce che rende consapevoli della propria preziosità, che ci fa riconoscere la dignità di ogni persona, ci dà la forza di affrontare ogni difficoltà. Credere all’amore di Dio è quel bene più grande rispetto al quale tutto il resto vale di meno. |
il Parroco |