Nel deserto.
« Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».
« In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Noi che viviamo a Sestri Levante e in genere nella Liguria siamo dei privilegiati, viviamo un territorio che riflette una particolare bellezza. È vero che condividiamo questo fatto con tanti altri territori dell’Italia e anche del mondo. Quando abbiamo la possibilità di fermarci a guardare la bellezza, sorge in noi il sentimento della meraviglia. Penso al panorama della costa che si può osservare da Punta Manara o da Punta Baffe, penso alla perfezione del semicerchio della Baia del silenzio, sottolineato dalla corona delle case dipinte con i tipici colori liguri. Penso agli spettacolari tramonti che si osservano nelle giornate limpide quando soffia la tramontana. Quando ho la possibilità di fare questa esperienza sorge in me la consapevolezza di essere parte di un disegno armonioso, e dal cuore mi sale alle labbra una preghiera di lode e ringraziamento. La natura è un grande libro di fronte al quale molti vedono nell’armonia, nella bellezza, nella logica delle sue leggi, le tracce di Dio Creatore. La natura è il grande libro dove possiamo trovare le tracce che ci aiutano a riconoscere l’esistenza e l’azione di Dio. Questa riflessione trova una conferma nelle parole dell’autore del libro della Sapienza che scrive: “Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature, per analogia si contempla il loro autore”. Anche san Paolo, nella lettera ai romani fa una considerazione analoga: “Poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto, Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute.” La natura ci presenta nello stesso tempo anche l’altra faccia della medaglia: il suo volto oscuro e terribile che ci fa dubitare dell’esistenza di un Creatore Buono e Provvido. Pensiamo ai grandi eventi catastrofici dei terremoti, delle alluvioni, della siccità o comunque alla malattia, all’handicap, fatti che fanno nascere dentro di noi la grande domanda: “Perche?”. Questo interrogativo è diventato nuovamente diffuso e drammatico di fronte all’esperienza che stiamo vivendo. Nella prima lettura abbiamo ascoltato l’antico racconto del diluvio: attraverso un linguaggio figurato e simbolico, la narrazione offre una riflessione su come leggere il disegno di Dio nelle manifestazioni più drammatiche della forza della natura. Il racconto ci presenta un percorso nel quale la manifestazione tragica della natura è letta inizialmente come espressione della volontà vendicativa di Dio, che attraverso il dolore castiga il peccatore. Nel corso del racconto c’è però un’evoluzione del modo di pensare l’azione di Dio: raccontando che Dio si pente di ciò che ha fatto, in realtà si dice che non viene mai meno la sua volontà salvifica. L’arcobaleno che sembra idealmente legare in un abbraccio colorato la terra e il cielo, diventa per il narratore segno della volontà di Dio, il quale rimane fedele all’atto creatore come atto datore di vita. A volte gli uomini possono leggere la natura come segno di un Dio nemico dell’uomo; più forte invece è la possibilità di vedere in essa la volontà di un Dio alleato dell’uomo. Proprio dalla scelta di credere nell’una o nell’altra immagine di Dio deriverà un atteggiamento rassegnato e disfattista, oppure attivo e responsabile. Ci sono segni che rimandano a Dio, ci sono riflessioni che possono, con il ragionamento, sostenere la fede. Nello stesso tempo altri segni ci possono indurre al dubbio e alla negazione di Dio. La fede in Dio non si impone come una dimostrazione geometrica che per forza ci porta a dire: “è proprio così”. Credere è sempre una scelta della libertà, certo, sostenuti dalla percezione di una “convenienza”, come direbbe Pascal. Gesù, all’inizio della sua missione vive un tempo nel deserto. Ora il deserto è, secondo il libro dell’Esodo, quello spazio di solitudine e di silenzio nel quale aprirsi all’incontro con Dio. Anche Gesù che ha voluto condividere il cammino dell’uomo si trova ad affrontare le fondamentali scelte della vita. La scelta fondamentale di fronte alla fede è se credere o non credere in Dio, ma anche qual è l’immagine vera di Dio, cioè: in quale Dio credere? Gli altri vangeli rendono maggiormente comprensibile la scelta di Gesù, di riconoscere Dio come Padre e di far dipendere dal Suo amore tutta la vita. Di questo Dio, Gesù diventa annunciatore e testimone per tutti. Il tempo di Quaresima che abbiamo iniziato è ancora una volta un tempo che ci è dato per riconoscere il vero volto di Dio. |
il Parroco |